Descrizione
Il volume si propone di studiare la natura tributaria del dazio doganale europeo. Il prelievo di confine viene analizzato attraverso i principi generali desumibili dai Trattati europei e dalle tradizioni comuni rinvenibili dalle Costituzioni degli Stati membri. Non è chiaro se il dazio doganale - risorsa propria comunitaria - sia costruito su di un presupposto capace di intercettare la reale capacità contributiva del titolare della ricchezza incorporata nelle merci che attraversano i confini unionali. O se sia, invece, esclusivamente orientato a finanziare una pubblica attività, diretta a garantire e mantenere un mercato unito, libero, stabile e concorrenziale. Dunque, il dazio, come concepito dal legislatore europeo, è un'imposta o una tassa? La dottrina non ha mai sentito l'esigenza di conoscerne la natura, forse per la scarsa visibilità di tale prelievo, corrisposto dagli importatori e traslato (tecnicamente, non giuridicamente) ai consumatori chiamati a pagare il prezzo della merce di origine estera. Questo silenzio rischia di segregare il dazio in un'area nebulosa. Infatti, non è chiaro se alla coattività del tributo, come statuito dalle norme europee, possano essere estese le tutele previste dai principi costituzionali dei Paesi membri, quali la legalità della pretesa pubblica e la parametrazione di detto sacrificio alla capacità contributiva del soggetto passivo. Inoltre, sapere se il dazio doganale ricade nell'ambito degli effetti applicativi dell'imposta o della tassa serve anche a comprendere quale fatto generatore fa sorgere il credito tributario a favore dell'Unione. Quindi, tale distinzione permetterebbe di disvelare quale ricchezza vuole intercettare il legislatore europeo tramite le norme sull'obbligazione doganale.
Dettagli
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Giappichelli
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Diritto tributario italiano ed europeo
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2025
- In commercio dal:
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- EAN:
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26 giugno 2025
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272 p.
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ITA
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9791221129632