Con occhi da grave dolor munti. Dante e l'invidia

AA.VV. | Mimesis 2025
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Descrizione

L'invidia è uno dei vizi tra i più complessi da definire per i teologi e i pensatori del Medioevo. Tale caratteristica si riflette in tutta l'opera dantesca, dove all'invidia e agli invidiosi è dedicato ampio spazio. Non solo alcune figure emblematiche della Commedia sono affette da questo male atavico dell'uomo (Caino fu il primo essere vivente a soffrire l'invidia), ma il pensiero dantesco è particolarmente sensibile al peccato, peste per eccellenza dei luoghi urbani. L'invidia è la velenosa pianta germinante che attanaglia la vita di corte e quella universitaria: ma Dante nel rappresentare gli invidiosi è tanto lontano quanto più pervicace di un Boncompagno da Signa, per esempio, che raffigura il peccato come un mostro a più teste. Nessuna straordinarietà concessa agli invidiosi (o quasi), ma piuttosto la storia di una donna senese semi-sconosciuta, Sapìa, con l'evidente scopo di attribuirle e svilupparne il ruolo di minimo comun denominatore, al fine di valorizzare l'universalità dello stesso vizio.

Dettagli

  • Autore:
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  • Anno edizione:
  • Mimesis
  • Eterotopie
  • 2025
  • In commercio dal:
  • Pagine:
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  • EAN:
  • 2 luglio 2025
  • 324 p.
  • ITA
  • 9791222322735

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