Jus quia justum. Lezioni di filosofia del diritto e della religione

di Francesco D'Agostino | Giappichelli 2012
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Descrizione

Di quale religione ha bisogno il diritto? E di quanta religione? Alla seconda domanda non è difficile rispondere: ne ha bisogno quanto basta. Gli spiriti più profondamente religiosi hanno sempre percepito quanto sia rischioso il fanatismo, che contrariamente alle apparenze non è segno di rispetto verso Dio, ma indebita esaltazione narcisistica dell'io. Di quale religione il diritto abbia bisogno è invece ben più difficile dire: questo libro, in un certo senso, vuole essere esso stesso una risposta a questa difficilissima questione. E indubbio che non dobbiamo cedere alle tentazioni di un ecumenismo melenso o di uno sterile sincretismo: le religioni sono ben diverse tra loro, anche se non di per sé conflittuali. Il cristianesimo ha sempre rivendicato una spiccata diversità rispetto a tutti gli altri credi, ma nello stesso tempo ha sempre insistito che esso non postula l'esistenza di un diritto rivelato, al quale si debba un ossequio cieco e aprioristico. Ciò che, per il cristianesimo, Dio rivela all'uomo non è un elenco di norme, ma è essenzialmente se stesso. Attraverso questa rivelazione per l'uomo la speranza (e per il giurista la speranza che giustizia sia fatta) diviene l'unico autentico motore del sociale, del politico e più in generale della storia.

Dettagli

  • Autore:
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  • Anno edizione:
  • Francesco D'Agostino
  • Giappichelli
  • Recta Ratio. Testi e studi fil. dir. VI
  • 2012
  • In commercio dal:
  • Pagine:
  • Lingua:
  • EAN:
  • 1 febbraio 2012
  • 176 p.
  • ITA
  • 9788834827024

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